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Giannina Milli
nella vita e nelle opere
Giacinto Pannella
Cooperativa Tipografica Teramana, 1925, pagine 168

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   
   •— 34 — LA ROSA DEL SUOLO NATIO
   Scelsi una'rosa, e quel leggiadro fiore Offerto in premio a l'umil canto mio, Accrescendomi in sen forza e valore, Di bella laude vi addoppiò il disio. Giurai per esso che novello onore Un dì.sarìan miei carmi al sugi natio.
   Il primo verseggiare ispirato fu dunque per la rosa:
   Fu il primo carme che improvviso sciolsi, II primo carme che una nuova via Aprì a la speme che nel petto accolsi Come raggio che vien da l.uce dia.' Da quel giorno mai più gli occhi non volsi Da l'alto segno che toccar ambia; E qual dono del ciel, serbai gelosa Quella che m'ispirò vivida rosa. /-
   E fra le rose ella si a'perse la via del canto e ne circondò la sua lira *).
   i) Canta anche la quarta rosa più tardi donatale dall' Aleardi e l'edera sacra del Mahzoni. All'una dice:
   E qui starai, qui, sull'ardente dorè;
   E tu vi addoppia, se t'è dato, il saio Foco dell'arte e il cittadino amore. E appella l'altra
   ......La foglia dell'edera sacra
   Del Manzgni ineffabil" memoria.
   Cosi saluta i fiorì del ritorno: ' . *
   Sacri fiori del ritorno, salvete ! Di che nova dovizia accrescete Quel mio dolce nascosto tesor !

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