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Te qual stella benefica rimira
II genio mio ; che non prendesti a sdegno
I primi accordi di mia rozza lira.
Timido, incolto l'inesperto ingegno i Già dubbioso e dolente si smarria
Né a sua fiacchezza offriasi alcun sostegno.
Qual fra densa notturna tenebria
Raggio improvviso, allora a me d'innante Ti offristi tu con faccia amica e pia.
Era dolce, paterno il tuo sembiante, Ispirommi fidanza, e amico, e duce Io t' ebbi, o Egregio, sin da quell'istante.
Tu mi schiarasti-di benigna luce ^
Con i savii precetti il bel sentiero Che a gloriosa meta alfin conduce.
Per te forza si accrebbe al mio pensiero; Per te i Mevi spregiai con viril petto : Per te sorte più lieta un giorno io spero.
Ah perché non risponde al grato affetto Che rispettoso mi si alberga in core,
II suono' del mio 'debile concetto ?...
Ben si parrebbe allor l'alto valore
Che in te racchiudi ; ed io superba andrei - Di averti reso il rimeritato onore. N
E chiaro il nome tuo, che i passi miei Guidasti all'arduo aringo, ad ogni etade. In versi eterni tramandar saprei.
Scuola ai pòsteri allor di cariiate
Di patrio amor 1' esempio tuo sarebbe Invitandoli ad opre alme e laudate.