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Giannina Milli
nella vita e nelle opere
Giacinto Pannella
Cooperativa Tipografica Teramana, 1925, pagine 168

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Pochissimi amici di provincia usavano sua casa modesta... Pure conveniva avventurarsi. A Portici annunzio la sua prima accademia... All'ora stabilita si aprì la sàia; ma le povere donne avevano un bello, aspettare il concórrere di molta gente! Era una vera malinconia veder quel deserto. La madre infine diede ordine a chi guardava la porta, che facesse entrare gratuitamente chiunque avesse voluto entrare, purché si riempissero i seggi. Ma tutto indarno, che appena una quarantina di persone potè comporre quell'uditorio. Erano poi queste persone, salvi pochi amici, così mal disposte e tiratevi come a forza che a non altro si avvisavano esservi venute se non ad annoiarsi. E gì' impertinenti e poco umani lo .vollero fare intendere alla poetessa medesima, cui fra le rime del primo sonetto diedero a scherno seccatura, iettatura, ed altre siffatte. Ma di nobile e virile animo, ella si fa in quel momento altera, disdegnosa, e canta che non potrà mai la iettatura su di lei, disprezzatrice delle volgari superstizioni e dei vigliacchi insulti. Canta un secondo tema, il cattivo tempo; e in quel mentre pioveva di fatti. Non appena avea ella incominciato il suo metro un raggio di sole squarcia le nuvole, penetra le tenebre della sala, e illumina, come fosse un'aureola, il capo della ispirata donzella, che in bianca veste aveva qnalche cosa più'che di umano... Prende occasione da quella inaspettata luce a fare una descrizione sì viva del tempo che gli uditori son tratti

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