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Giannina Milli
nella vita e nelle opere
Giacinto Pannella
Cooperativa Tipografica Teramana, 1925, pagine 168

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   se le fu con inusitata solennità inaugurato. Va a Milano nel gennaio del '59 e a Ferrara Bell'aprile dello stesso anno. Di là manda un saluto alla Niobe d'Italia, alla Regina delle Lagune, e al suo Leone alato. Torna alla capitale della Lombardia nel '60, vi saluta il Regaldi con le ottave ad un egregio poeta estemporaneo. Insieme con lui accoglie il Car-cano, il Maffei, il Manzoni, il D'Azeglio ed altri che gareggiano nell'onoraria. Da Milano, improvvisati nell' agosto dello stesso anno versi della1' forte città, si porta alla sede del parlamento nazionale, a Torino, ove coll'estro della poesia accompagna le sorti della patria, facendo rifulgere nella sua beltà divina la musa per lo innanzi velata. Ma non in quell'anno, perché non vi può improvvisare troppo essendosi esaltata per le sorti della patria risorta.
   Venuto a Napoli Vittorio Emanuele,x la Milli .vi torna come aveva data la parola agli, amici, e dove aveva gustata la poesia, della natura gusta anche quella della vita nuova, nella nuova forma di • reggimento, e dove, dice il Costantini, 4) alla schiera dei vecchi amici vede aggiungersi i Settembrini, i Poerio, gli Scialòja, i Mancini, i De Sanctis e quanti altri generosi e sapientissimi uomini la caduta tirannide aveva chiusi nelle galere o dispersi pel mondo. E là per parecchi anni « la sua casa, seguita il Costantini, era un santuario dove si accoglieva il- fiore della cittadinanza; ed io che giovi-
   1) tommemorazione di G. Milli. Rivista Ab., IV, p. 378.

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