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netto qualche volta v'intervenivo, ricordo, non senza ineffabile desiderio, quei lieti conversari, che innal-zàvano e ingrandivano l'animo ».
Nel '61 per pochi mesi visitò di nuovo Firenze al tempo della Mostra e vi sciolse^ il canto per VItalia che si fa guida al Re Vittorio Emanitele II nelle sale della prima esposizione nazionale.
Nel marzo del 1863 di bel nuovo a Torino, ove sciolse il canto promesso la prima volta che vi andò, di là a Genova, e ovunque fa echeggiare la canzone giuliva del riscatto. Or da Genova .nel 17 settembre del 1863, dopo 14 annit fece ritorno a Teramo, ospite gradita del senatore Irelli, e vi fu accolta con tanta festa "e pompa che poche uguali ne vide la sua città natale. Un mese dopo, il 17 ottobre, vi tenne un'accademia e improvvvisò le poesie : I fiori del ritorno, 'Alla gioventù italiana, L'aspetto di Roma futura e L'ombra di Dante in cima alle. Alpi. Al 21 Ottobre la poetessa, inaugurandosi in una sala del Collegio il bustoni Melchiorre-Delfico, opera giovanile del Pagliaccetti e dono del cittadino egregio senatore Irelli, pagò il suo tributo al gran sofà d'Interamnia con ottave ricche di ricordanze e calde d'affetto e si chiamò felice che tanto potesse fare in patria libera rivolgendo alla sua terra le soavi parole :
Oh dolce patria!... In questo dì felice
Fia ver ch'esulto nel tuo grembo anch'io?
E a me il trionfo celebre si Addice
Del più gran figlio che ti desse Iddio? '