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Giannina Milli
nella vita e nelle opere
Giacinto Pannella
Cooperativa Tipografica Teramana, 1925, pagine 168

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Dato fine al suo peregrinare poetico, colma di applausi e di allori, pose sua stanza a Firenze nel 1867 e ve la tenne fino «d 1872.
   La sua casa a Firenze accolse non solo i pri-
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   mi artisti e letterati, ma anche i più eminenti uomini . di Stato. La parola calda e fiorita dell' arte si avvicendava a quella misurata e parca della scienza e spesso della politica; e in mezzo a loro la vóce della Milli portava quella vita e quei legami di colleganza, che il suo cuore di poetessa e la sua mente ricca di varia e profonda coltura potevano 'alimentarvi con sommo piacere di tutti.
   E pure si tenne sempre umile in tanta gloria,: né diede a vedere mai di riposare sugli allori conquistati. Per abfto e non per istudio potè andare altera della virtù che mentre esalta gli altri non u-milia chi la possiede. Seppe tenersi al grado che le conveniva, e moderare l'altrui ardenza di ammirazione nata tra gl'incanti delle doti singolari di lei; si addiportò in'guisa di chi tali .doti non ha avuto, tenendosi lungi con questo suo fare dall'invidia degli amici grandi al pari di lei e dall'astio dei malevoli e pigmei. Riuscì a spuntare gli strali rivolti contro a lei come a donna che nata in umile ceto e in luogo oscuro si sollevava sulla vita delle ca-
   anni non è già troppo lunga? Inoltre aveva già 42 primavere sulle spalle, e a tale età, .come le membra del corpo, cosi le facoltà dello spirito sono tarde e non rispondono più sollecite al volo dei carmi. In fine, poetessa della redenzione d'Italia, questa compita o quasi, compì anch'essa il suo mandato e sospese la cetra all'albero della libertà della patria.
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