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Giannina Milli
nella vita e nelle opere
Giacinto Pannella
Cooperativa Tipografica Teramana, 1925, pagine 168

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   V, - . _ 65-,
   minosi pudica che rifuggiva dal contatto del mondo profano!
   ," Ben presto la Giannina assediata da tanto a-
   < more e da tanta violenza di madre cede alla forza
   del volere di'lei, anzi la fece sua questa forza, e
   riconoscendo che doveya tutto a lei, così canta più
   tardi: '
   •Fa il teinor dei "suoi doni la vita,
   Che fra stenti angosciosi mi diede : , Debbo a lei(de' miei padri la fede, Dell'ingegno la luce, il viger, . • D'ogni affetto più casto e gentile Solo a lei debbo il culto e il desio Nell'amor del terreno natio Che col latte nel sen m'instillò.
   Ma quante punte in cuore dovè dalla parte sua sentire la giovane sacerdotessa delle muse! Per quanto artificio la madre usasse a nasconderle il sog-, ghigno, il dileggio, l'invidia altrui, pure la fanciulla indovinava la triste realtà e se ne addolorava. Ma dall'esempio-della madre resa forte imparò'a seguire imperterrita la sua via e rivolta all'invidia potè dire alteramente nel salire il limitare di gioventù
   ...-...-. A sfuggir 1« trame • Da te distese, basta a voi librarsi ,. Su del saper per gì' immensi campi,
   Senza desio di vana gloria o lode.
   E seppe spregiare, respìngendo i dileggiamenti dei burberi non benefici,
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