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maggior grido. Gli artisti furono Stefano Ussi, A.-gnieri Romano, Mercati Veneto e il nostro Gennaro Della Monica allora a Firenze ; e i poeti che vi presero parte Jurono, Dall'Ongaro, Arnaldo Fusinato,
. Frminia Fuà-Fusinato, l'Aleardi e la Milli. Ciascun ' pittore presentava un quadro e ciascrfn™ poeta l'illustrava con versi. Tutti superò la Milli con la pa-tenza delle sue ottave sul « Torquato Tasso del Mo-
: relli ». ' . ,
Così con la bontà de'i versi rifulge quella della vita e l'uno compie Paltra. i) \
In Firenze ov'èjiatura il sentire gentile la Milli divenne l'idolo delle anime elette e fu principio di •un'opera che onora l'ingegno e la bontà del bel sesso in chi si distingue da tutte le altre per rare •doiti di mente e di cuore. In vero nel 1864 una eletta di gentildonne raccolte daì^Marchesa Giulia
^Tassoni .Ridolfi si proposero di onorare di un dono nazionale la Milli e riuscirono con spontanee s»t-
_ i) Fin dal 1847 il suo amico Regaldi sì compiaceva dell' una e del-.l'altra bontà della Milli; e in una lettera da Napoli del 2 settembre al Ch. Cav. Cherubini scriveva : . ' , *
« Mi avete fatta cosa cara parlandomi di Giannina, donzella che' io tengo immollo pregio, perché buona e colta, e verrà in grido fra. le donne illustri di questa età, se* le molte lodi le saranno di sprone a mag-giermente studiare, e non la faranno rimanere in ozii inopportuni. »
Non seppe rimanere in ozio, né inorgoglire. E fu sua norma .non solo nei versi, ma anche nella vita la modestia : ' • '
.... A noi modestia è primo, unico predio,
Sólo decoro. A questo' proposito il Genoina lepidamente le diceva:
« Tu scudi una modestia schifosa perché è troppa » ^Ricordanza di V. Ventura).
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