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Come adorasti la superna mano Che non senza alto fin prodiga parve, E bella t'apparì cinta di tede Stretta alla scienza e alla ragion la fede !
Riporta il Vico al suo tempo e lo ritrae quale gigante del pensiero che si fa luce squarciando le tenebre : . .
La luce a te dell'itnmutabil vero, Tra l'ombra dell'ignavia oscena e scura, Viva rifulse nel divin pensiero, Come raggio di Sole in onda pura. Vedeste un mito nell'antico Omero; E tra le fasi alterne di natura, La fatai degli eventi ardua catena Avvicendarsi sull'umana scena.
Ella crebbe alla scuola del Manzoni e così la tratteggia nel canto che gli rivolge :
A tristi nènie nordiche,
A pastorali pive,
A suon di vuoti numeri
Su viete fole argive,
Sdegnasti tu, magnanimo,
L'alto tuo verso unir. Ma fra il Discorde strepito
La mite' tua parola "
Surse a bandir mirabile
La vereconda scola,
Che dal Vangelo ispirasi
A generoso ardir.
La figura principale nel quadro della poesia della Milli è la donna. Questa creatura, essendovi ritratta con immagini bibliche, ci appare, in tutti i