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Giannina Milli
nella vita e nelle opere
Giacinto Pannella
Cooperativa Tipografica Teramana, 1925, pagine 168

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 93 —
   E nel tue nome, allor che nostra sorte A compier tuoni il novo marzio squillo, Trionferà l'Italica coorte ').
   Forte in sua virtù la Milli è severa con chi è fuor di via per proprio talento e leva alto il suo canto contro quei che si pascono di vile e bieco sentire. Ma lo fa con tanta grazia, di modi da trasparire più la verità amara del ricordo che il biasimo della musa, giacché è sempre vero quel che di questa canta la poetessa :
   È dolente, ma vergine e pia Quella musa che accende il mio cor.
   Loda il Canova che rifiuta onorificenza d'altra nazione e ne fa esaltare e adorare dal peregrino
   .... il salito orgoglio; Quello che stranio titolo, Da Lui che a stranio soglio Pospose la sua patria, " T'indusse a ricusar.
   Ma suonano quésti versi, insieme alla lode del vere-figlio d'Italia, rimprovero amaro a Napoleone Primo. E religiosa, e pia, ma sfolgora quanti si ammantano di religione che tale non è. A Galileo dice serenamente :
   La fede!... ahimè nel nome suo sacrato - Te cieca ignavia di catene avvinse,
   E il venerando tuo labbro onorato II ver scoverto a rinnegar costrinse.
   i) Questo sonetto, col quale cominciò l'Accademia tenuta ad Ancona, e le altre poesie improvvisate nel teatro delle Muse sono ignoti a . biografi della Poetessa, V. la nostra bibliografia : Appendice (H).

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