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Giannina Milli
nella vita e nelle opere
Giacinto Pannella
Cooperativa Tipografica Teramana, 1925, pagine 168

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   odiato, perché suona e non dice. Anzi i suoi carmi, per esservi viva la poesia, ci riescono nuovi, ancorché versino in argomenti vecchi, come ci sono nuovi i giorni che viviamo.
   Quel che sia la lingua dei versi della Milli lasciamolo dire di proposito al Prassi : «, La lingua popolare ad un tempo è purissima, è lontana del pari dal gallicismo che stomaca e dalla pedanteria che sgomenta; le rime accorrono con frettoloso ob-bedienza ; le similitudini vanno a combaciare a capello : gli aggiunti vestono quasi a festa l'idea ; i versi dei classici sono con tale sapiente leggiadria collocati da stare, co' suoi versi lietamente in fa-
   r miglia. »
   i) A Napoli il Cav. Ruffo, revisore dei temi (anche i revisori dei temi') ebbe a dire dopo averla ascoltata: Siete la prima eh* io mi abbia, P.,^ ., udito improvvisare ragionando. (Ricordanza di V. Ventura, v. Appendice (A).
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