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Giannina Milli
nella vita e nelle opere
Giacinto Pannella
Cooperativa Tipografica Teramana, 1925, pagine 168

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 99 —
   Lettera di Gr Mtlli a V. Ventura.
   (A)
   Sulmona, 18 Settembre 1850
   Ci prova le sofferenze della Giannina patite a Tera-mo nel 1848 e la forza di risoluzione della madre passata già in lei.
   « Sto prendendo un' arrischiata risoluzione : col denaro, che qui ho ritratto, e con quello che via via andrò raggranellando, voglio condurmi in Napoli. Se in quella capitale non potrò farmi onore, improvvisando, cercherò ' una situazione in qualche nobile caSa, cercherò insomma di vivere, onestamente sempre, senza essere a carico della famiglia. Ma io studio, mi esercito, e spero che, avvalorata di commentatizie per persone potenti e letterate, potrò seguire nella via intrapresa. I patimenti da me sofferti nella scorsa invernata furono troppi, perché io mi riduca a passarne una consimile, tornando in Teramo. La mia prima accademia, data-'qui in teatro, riuscì benissimo, e a farvene certo vi accludo un sonetto, che mi fu presentato stampato il giorno dopo, e scritto dall'egregio D. Panfilo Serafini, autore di molte stimate opere. Darò sabato venturo un altro esperimento nell'istituto del sig. Leopoldo Dorrucci, il quale si è adoperato, non saprei dirvi quanto in mio» favore. Egli è sacerdote, e mio parente alla lontana, per parte di mia nonna, sulmonese... »
   II Ventura aggiunge queste notizie riferentisi ai primi giorni della Milli in Napoli:
   « — E la Giannina prese davvero l'arrischiKt? risoluzione: partì per Napoli ai principii di ottobre del 1850 e, preceduta dalla fama di valente poetessa, quantunque fosse ricoverata in locanda, le più distinte Signore non isdegnarono di andare a visitarla. La figlia del Duca d'Atri, Donna Amalia, le diede un magnifico pranzo, dopo

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