— n8 —
Oh che strazio nell'anima sentia... Ansia, spossata, delirante ancora, Del cortese altrui plauso il suon venia A me qual eco di un dileggio allor
E, singhiotezandò, tra le. fide braccia Della madre correami a rifugiar, Quando 1" amica tua pietosa faccia Dolcemente su ine vidi raggiar. -
Nel sorriso, nell' umida pupilla Era P eloquio che mentir non può, E più mi disse una soave stilla Che l'infocato mio fronte bagnò.
Oh ti sien grazie, o mia cortese!... Io molto Più che non dico amar posso, e soffrir; Ma nei convegni, il vedi, ilare ho il volto, E sorrido all'altrui schietto gioir.
Sol quando accolta nella fida stanza, Libero sciolgo a' miei pensieri il fren, Vanir la gioia dalla mia sembianza Tu vedresti qual rapido balen.
Mi vedresti arrossir del facil vanto Profuso al carme che in oblìo cadrà E superbir del tuo tenero pianto Qual di un trionfo che P eguai non ha.
Che se propizio il ciel sperar mi lice Al caldo voto che dal cor mi vien, Tu scorderai P errante trovatrice, Ma non P amica che stringesti al sen !
Come premio, la Maffei condusse la Milli in casa di Alessandro Manzoni. Alla poetéssa sembrò di vedere un nume nell'autore de' Promessi Sposi. Questi offrì grazio-