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Giannina Milli
nella vita e nelle opere
Giacinto Pannella
Cooperativa Tipografica Teramana, 1925, pagine 168

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Da " La squilla della sera „
   (Canto con intercalare a rime obbligate)
   Più dell'ora, che lieto nel ciclo Sorge l'astro che il giorno radduce, Amo quella in che languida luce Manda, pria si nasconda nel mar.
   L'amai sempre; e dell'Ave al ritocco Una voce tai sensi mi esprime: « Sia soggetto a tue subite rime Quella squilla che parla del ciel. »
   Oh foss'io nella povera valle Irrigata dall'umil Tordino, Cui sovrasta l'eccelso-Appennino In perpetuo coperto di gel !
   Oh ascoltassi partirsi tutt'ora Del Cenobio vicin dalle cinte « Quella squilla che flebili rime M'ispirò sotto ir patrio mio ciel! »
   Ma, se lungi da te mi son io. Caro suoi che la culla mi desti, E a te il suono de' cantici mesti Della figlia pi4 giunger non può,
   A te sempre rivolgo il pensiero,
   Per te prego nel duol che mi opprime, « Se m'ispira le subite rime Quella squilla che parla del ciel. »
   Napoli, 1852

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