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LA MORTE
di LEONARDO DA VINCI
Col mio pensier che penetra La notte del passato^ Che nel futuro slanciasi A interrogar suo fato, Là nelle piagge galliche
10 mi trasporto a voi.
E pingo presso ali'ultima Inevitabil ora
Lionardo, ingegno altissimo, Che Italia è il mondo onora, Dì Buonarroti e Sanzio Emulo illustre un dì. :
Ei che de' prischi secoli
Degno di Atene e Roma, Ebbe di alloro triplice Ghirlanda in sulla chioma, A qual dell'arti ingenue Volger si piacque il cor;
Ei che aspirò tra gli emuli Sommi al primato anelo. Astro solingo spegnesi Colà nel franco ciclo, Poi che de' suoi prodigi! L'ospite suolo empì.
Muore; ed ancor l'archetipo Vagheggia di quel bello Ch'ei diffidò di'esprimere Col creator pennello, Quando alla Cena mistica
11 Cristo figurò.
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E tosto anela a sciogliersi -Dalla terrena creta, - Perché ad eccelso spirito