— 153 .—
CANTO E PREGHIERA
di una giovane poetessa
Ssfe-
Ne la valle del misero esigilo,
Contristato di cure, e di pianto, Ho due beni, la prece ed il canto, Con che sfido l'avverso destin.
Ho due beni che l'invido sdegno
De gli umani a rapirmi non vale, Due tesori che l'alma immortale Aricchiscon di gaudio divin.
Solo in loro de l'umil mia vita
È rinchiuso ogni affetta e pensiero, Canto, è prego; la luce del vero Invocando a la mente ed al cor.
Debbo l'uno a la donna amorosa
Che a quest'aure vitali mi diede, Che col latte i principii di Fede Immutati nel .cor m'istillò,
Ed all'alba, e al tramonto, prostrata Presso l'umil romita mia culla, I pensier de la ingenua fanciulla A la prima Cagione innalzò.
L'altro è dono superno di Dio, Dato a pochi ne l'italo suolo» Fonte arcano di nobile duolo, D'ignorati celesti piacer'.
L'ebbi insieme a la prima scintilla
Di ragion che irradiommi la mente, Con la prima preghiera innocente Si confuse il mio canto primier.