Roma, 24 giugno 1928.
Eccellenza,
E' ancora vivo e sacro nel mio spirito il ricordo della sera, ormai lontana, in cui l'Eccellenza Vostra volle consacrare, con la Sua presenza, il successo decretato dal generoso pubblico di Roma ai miei Compagnacci nel teatro Costanzi. Fu per me un forte incoraggiamento: ma non essendo però il caso di dormire sui primi allori e non supponendo nemmeno che i lauri dovessero presto convertirsi in rovi e spine, mi rimisi quasi subito al lavoro ed ho finito di comporre e strumentare, da oltre un anno, la mia nuova opera Madonna Oretta su libretto di Gioacchino Forzano. Rassegnato dunque a vedere il successo dei Compagnacci reso quasi effimero dall'inesplicabile oblio dell'Editore e degli impresari, mi rassegnai ultimamente anche al rinvio del battesimo di Madonna Oretta nel Teatro Reale dell'Opera: battesimo promessomi per quest'anno dal direttore artistico del massimo e rinnovato Teatro di Roma.
Ma ho fondato timore di pensare che anche quest'anno le mie legittime speranze sarebbero inesplicabilmente frustrate senza l'autorevole ed appassionato intervento di chi, come l'Eccellenza Vostra, ha a cuore le sorti dell'italianità dell'opera musicale: italianità alla quale ho sempre informato la mia fatica, sull'esempio dei nostri Grandi Maestri..
Ho quindi, senza falsa modestia, l'orgoglio di aver lavorato e di lavorare per il Sacro nome dell'Italia dalla Eccellenza Vostra redenta nella materia e nello spirito. E da quella fede fascista che nel mio cuore in fermento fiammeggiò fin dai primordi della sacrosanta Rinascita, io credo d'esser degno di poter chiedere il Suo alto ausilio affinché io possa superare l'odierno precario scoraggiamento per trovare ancora la forza di produrre e per dare ancora alla mia Patria adorata tutta la miglior parte del mio cuore e del mio intelletto..
Devotamente e fascisticamente..
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