Roma, 4 febbraio L'opera si apre con un breve efficace preludio, seguono le smanie di Lando innamorato con accenti orchestrali e scatti assai appropriati. Il racconto che Oretta fa del caso dello speziale ha il drammatico nel comico, l'orchestra segue con accordi a strappi, suscitando un'ansia progressiva verso la soluzione, che per fortuna è felice. E' caratteristico il duetto di Oretta con Lando, adornato di frasi melate e ammonitrici. Il duetto di Buonaccorso con Oretta è assai melodico ed elegante. Segue il bisticcio di Oretta con Genovieffa, nel quale l'orchestra con i contrasti armonici, con imitazioni, con sovrapposizioni di gruppi e giuochi strumentali riesce a trasportare l'uditorio in un vero orgasmo per come la lite possa risolversi. E' musica verista per eccellenza, mentre è comicissimo il terzetto scenico tra le due dame e il mercante. Segue la forte apostrofe del Conte ad Oretta, per l'offesa ricevuta. Qui il tenore riesce ad essere terribile, è un declamato molto energico, che l'orchestra commenta passo per passo. Ma poi la dolcezza di accenti di Oretta, la sua abilità persuasiva, che insinua con frasi carezzose e seducenti, trasforma pian piano il contrasto in un colloquio d'amore. Il duetto è del vero tipo romantico; Gherardi confessa la sua vita, è un'alternativa di melodie appassionate che raggiungono il massimo lirismo. Segue il quartetto fra Oretta il Conte, Lando e il Cavaliere Buonaccorso, disposti comicamente in quattro punti equidistanti. Qui il ritmo prevale, l'effetto è raggiunto, sembra uno di quei finali di opera antica, il cui successo non mancava mai. Il 2. atto si inizia con un piccolo preludio, in cui risaltano un assolo per violino ed un assolo di viola che poi passa in pieno ai violoncelli. Interessante l'agitazione del Conte, con commento continuo dell'orchestra. Quel che sostiene poi tutto l'atto è il lungo duetto fra Genovieffa e il finto adolescente; bella la dichiarazione di questo, graziosa l'alternativa musicale del colloquio, che l'orchestra commenta di continuo; insinuante la scena della seduzione, magnifica la canzone del giovinetto, tipo classico, che culmina in un acuto dolcissimo. Assai comico il ritorno del Conte, che si adira prima e minaccia, si sbalordisce poi, e ride. L'atto finisce con una specie di settimino, ballato in tempo di Valzer dalle cucitrici, con in mezzo il Conte; è molto grazioso e caratteristico nella sua comicità. L'atto 3. comincia con i cori alternati dei gruppi di avventori, che si affannano sui particolari della burla di Oretta. Sono semplici, a tipo quasi campestre, assai bene armonizzati. In questo atto tornano dei temi già noti, più spesso il tema principale del 1. atto. Il Conte fa lo scettico con Oretta a mezzo di stornelli sull'amore. E se ne va con le cucitrici cantando. Poi ritorna mentre Oretta sconfortata si duole dell'amore non ricambiato con un tipo di elegia assai significativa. Segue il duetto d'amore che è un'ultima alzata di ala melodica di grande importanza nel grande edificio dell'opera; finisce con grande effetto nell'acuto all'unisono del tipo melodrammatico moderno. Tornano le comitive che intonano l'ultimo coro di tripudio ed Oretta a piena voce lancia il suo stornello di occasione. Di fronte a tanti pregi, a tante gemme, a tante melodie, come poteva l'uditorio restare indifferente e non esplodere, talvolta a scena aperta, e veramente alla fine di ogni atto, in uno di quegli entusiasmi, che delineano a tutta prova il successo di un'opera?. Dando ora uno sguardo di assieme al lavoro, bisogna definirlo un panorama melodico, interrotto più volte per esigenze della commedia, da declamati comici e da recitativi, anche senza orchestra. Esposizione melodica, tenuta specialmente dall'orchestra, in una serie di commenti, che non hanno bisogno di grande giuoco contrapuntistico, di grande contrasto strumentale, ma che, partendo da spunti semplici, si sviluppano armonicamente secondo una tecnica ricca e moderna, ma chiara, limpida. Il pubblico comprende e gode, percepisce le varie bellezze con voluttà e non s'affatica nell'afferrarle e seguirne la successione. E' questo che si desidera da un popolo romantico e canoro come il nostro. Qui si vuol cantare con qualunque forma e con qualunque tecnica, si vuol cantare, si desidera che la scaturigine melodica, che è così facile e spontanea nell'anima italiana, non abbia impacci ed ostacoli in formalismi involuti e contorti. I pieni orchestrali, i passi sinfonici della "Madonna Oretta" quanto sentimento racchiudono, talvolta nascondono una tristezza nostalgica, che dev'essere nell'anima dell'autore; al musicista accade come al poeta, alcuni versi sfuggiti ne rivelano gl'interni affanni. Anche Riccitelli ne ha avuti, l'arte ne è quasi sempre piena; ma io penso: benedetti quegli affanni, sante quelle ansie, se han dato il tenace incentivo a lottare a sperare a resistere per arrivare alle alte mète, che oggi esaltiamo. Per Primo Riccitelli ci sorge spontaneo dal petto l'augurio di sempre maggiori trionfi, e il nostro voto è tanto più schietto, in quanto è rivolto ad un figlio del generoso Abruzzo.. Che questo popolo abbia sempre a brillare nella sua terra bella e ridente, baciata da Dio, per i suoi Geni dell'Arte e della Poesia, per i suoi Geni votati al culto sacro della Patria.. Costantino Scarselli. Il successo riportato dal nostro camerata Maestro Primo Riccitelli, nel massimo Teatro della Capitale, con la rappresentazione di "Madonna Oretta" fu partecipato al nostro Direttore la notte del 3 corr. a mezzo di comunicazione telefonica della Redazione del Giornale "Il Messaggero". La notizia attesa con molta ansietà produsse in tutti gli ambienti cittadini il più schietto e il più vivo entusiasmo. Affettuosi telegrammi di compiacimenti, furono, quindi, inviati all'esimio e geniale compositore dal Podestà on. Savini e dal vice Podestà rag. Villani, dal Segretario Federale avv. Pirocchi, dal Console on. Forti, dal Preside della Provincia comm. Flajani, dall'ing. Pannella, vice Segretario del Fascio di Teramo, dal nostro Direttore, dall'Istituto Musciale "Gaetano Braga", da Associazioni, Enti, cittadini numerosissimi. Madonna Oretta sarà ancora ripetuta e noi siamo sicuri che ogni più bel successo le sarà riconfermato. Al camerata Riccitelli, pertanto, rinnoviamo i nostri fraterni auguri di sempre maggiori trionfi. |