SAN BIAGIO, ARTE E DEVOZIONE NEL SULMONESE
Fino a pochi anni fa, a Sulmona, la festa del Vescovo e martire San Biagio veniva celebrata solo ed unicamente nella chiesa madre della città, con grande solennità liturgica e con Ss. Messe in tutte le ore della giornata. Inoltre, dal primo mattino alla tarda sera, i singoli canonici si avvicendavano ininterrottamente nella Cappella del Santo per il rito sacramentale dell'unzione della gola, con l'estremità di una candelina intinta nell'olio benedetto, dei numerosi devoti che venivano ad invocare, per intercessione di San Biagio, la liberazione dai mali di gola e da ogni altro male dell'anima e del corpo. Oggi questo rito si celebra sia nella Cattedrale che in diverse altre chiese parrocchiali ma solo nel contesto della celebrazione eucaristica, utilizzando una piuma o l'estremità di una candelina o il pollice della mano intinti nell'olio oppure semplicemente due candeline incrociate sotto la gola.
Nel territorio della Diocesi di Sulmona-Valva una profonda venerazione è stata ed è tuttora attribuita a San Biagio e lo dimostrano anche le numerose opere d'arte che raffigurano il Santo a noi pervenute, tra le quali meritano una particolare attenzione alcuni esemplari documentati o direttamente presentati nella mostra. Nel percorso espositivo sono state inserite quattro significative testimonianze: l'interessante scultura lignea quattrocentesca dai caratteri tardo-gotici entrata nelle collezioni del Museo Diocesano e originariamente collocata nella chiesa di San Paolo di Campo di Giove e la bella tela firmata da Vincenzo Conti e datata 1818 proveniente dalla cappella del Santo eretta nella chiesa madre di Sulmona alle quali vanno aggiunti il busto-reliquiario, entrambi lignei e di epoca settecentesca, prelevati sempre dal Tesoro della Cattedrale di San Panfilo. Nel Comune di Introdacqua troviamo alcune tra le immagini più antiche giunte fino ai nostri giorni: la prima (foto n. 1), cinquecentesca, è una "Madonna col Bambino tra San Biagio e Sant'Antonio Abate", di ottima fattura, che è stata di recente recuperata nell'ambito dell'intervento di descialbo e restauro condotto dalla Soprintendenza al P.S.A.E. sul ciclo di affreschi rinvenuto nella chiesetta campestre di Sant'Antonio mentre l'altra (foto n. 2), datata 1573, si trova nella chiesa parrocchiale e raffigura "la Madonna col Bambino tra i Santi Biagio ed Eligio". Rimanendo sempre nel campo dei dipinti murali, la volta della parrocchiale di Scanno accoglie un "San Biagio in gloria" del XVIII secolo (foto n. 3) mentre nel gruppo cospicuo dei dipinti ad olio su tela si distingue la pregevole "Madonna di Loreto tra San Giuseppe e San Biagio" (foto n. 4) del XVII secolo situata nella chiesa della Madonna della Neve di Bugnara.
Nella statuaria si contano ancora diversi esemplari tra i quali sono degne di particolare menzione la splendida statua di Scanno (foto n. 5) datata 1621, dalle linee eleganti e dalla decorazione raffinata e quella barocca (foto n. 6), in stucco egregiamente modellato che troneggia sull'altare centrale della parrocchiale della Madonna del Rosario di Bugnara, riportata all'originario fulgore dopo l'attenta opera di descialbo e restauro che ha interessato tutti gli apparati decorativi mentre nella sagrestia della stessa chiesa è collocato un busto settecentesco (foto n. 7), a testimoniare la particolare vitalità del culto nel paese.
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