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PANNELLO ICONOGRAFICO n. 21


Il sacro è necessario all'uomo come l'aria che respira: senza spazi sacri, tempi festivi e gesti simbolici, mancherebbero all'uomo i 'segnali' che Dio è nella vita, che questa vita va oltre le sue sconfitte e che un mondo nuovo è in gestazione (B. Maggioni).

Questo bisogno di sacralità, che giace nascosto nel profondo dell'essere umano di ogni cultura e di ogni tempo, ha necessità di rendersi visibile e di penetrare all'interno della storia e nel senso della vita stessa e spinge l'uomo a realizzare segni materiali, concreti, definiti e cristallizzati in un preciso spazio e tempo, quali sono gli edifici religiosi, i simulacri e le opere d'arte, e segni immateriali, spirituali, che dipanano e interpretano gesti, parole, canti, che non solo non hanno fisicità, ma vanno oltre ogni spazio e oltre ogni tempo. Questi segni immateriali, individuali e soprattutto collettivi, che nascono dal desiderio di condivisione gioiosa, di solidarietà e fraternità umana, che interrompono la sequela dei giorni abituali dedicati al lavoro, per preparare all'incontro col personaggio sacro, sono in pari tempo rivelazione, memoria e attualizzazione dell'incontro con Dio stesso, eterno presente, e sono altresì un dono di fede, di venerazione e di sottomissione dell'uomo a Dio.
Nel caso del nostro santo le prove di questo rapporto, attuale, vivo, col suo popolo trovano testimonianza nei rituali liturgici, che attraversano le chiese di ogni parte del mondo, e nelle cerimonie e feste innumerevoli e multiformi che caratterizzano il suo giorno festivo.
Il rito più diffuso è quello della benedizione della gola, attuato sia con le candele incrociate sia con l'unzione, a cui si accompagnano talora liturgie e processioni. Altro elemento che caratterizza la festività di San Biagio è sovente l'uso del pane, che assume forme, sapori e nomi differenti. Esso viene consumato come mera testimonianza della devozione verso il santo e come partecipazione della sua santità e e divinità.