San Gabriele dell'Addolorata
I miracoli
"I biografi parlano di diversi miracoli avvenuti nell'ottobre 1892, in occasione della ricognizione, fra i quali il più clamoroso fu la guarigione avvenuta il 23 ottobre 1892, della giovane Maria Mazzarelli di Isola del Gran Sasso, di cui furono testimoni tutti gli abitanti del paese. Don Massimo Talloni scrisse a P. Germano la sera di quel 23 ottobre: "giorno di domenica e di fiera, il popolo affollato ha visto il portento e, tra l'entusiasmo e la tenerezza, non si è fatto che piangere e discorrere del prodigio avvenuto. Nelle ore pomeridiane da se si è mosso con inni e preci alla volta del ritiro dove la venerata spoglia si racchiude".
("La Diocesi di Teramo-Atri all'alba del 3° millennio", Gabriele Orsini, ed. Interamnia, Teramo 1999, p. 193).
I miracoli riconosciuti sono innumerevoli e continui, si attende oggi un ulteriore responso relativo a una guarigione, per un caso di epilessia, avvenuta, inspiegabilmente, appena un anno fa.
«I graziati e le loro famiglie si sentono chiamati presso la tomba di Gabriele per ringraziarlo e per sciogliere il "voto" consistente in genere nell'offerta di un quadretto votivo di un cuore d'argento, di trecce di capelli, di cero, dì anello, di vestiti, di denaro ecc.»
("La Diocesi di Teramo-Atri all'alba del 3° millennio", Gabriele Orsini, ed. Interamnia, Teramo 1999, p. 194).
"È indubbio che nel Santuario di San Gabriele sono avvenuti tanti miracoli, ma il miracolo permanente che il Santo ottiene da Dio è i! dono della riconciliazione. La prima associazione mentale che il devoto effettua al nome del Santo è la confessione dei propri peccati, la partecipazione al banchetto eucaristico. Il Santuario offre sempre l'immagine di festa, la festa del ritorno, dell'abbraccio col Padre, della mensa imbandita».
("Il Santuario di San Gabriele e il territorio teramano", in "I pellegrini di San Gabriele", Gabriele Orsini, Teramo 1990).
Questi 100 anni
«Confratel Gabriele si era spento nel 1862 sullo sbocciare dei suoi 24 anni. ... Il vecchio chiostro che ricordava il Poverello d'Assisi era stato ferito a morte nell'adattarlo ad usi profani, e rimasto poi disabitato, stava divenendo un cumulo di rovine; solo la bella chiesina si conservava bene. ... Nel 1892 finalmente irruppe all'improvviso, prepotente, irresistibile, una primavera che dopo mezzo secolo sembrava ancora al primo giorno; le ossa di Confr. Gabriele ebbero un sussulto, e la tomba fu scossa come da un terremoto, simile a quello della resurrezione. ...
Erano tali le difficoltà, che i Passionisti, ormai sfiduciati di riabitare più la casa isolana, avevano deciso di portarsi con sé a Montefalco (Perugia) i resti dell'indimenticabile Confratello. ... Quando di colpo mutò il corso della storia. Le giornate 17 e 18 ottobre 1892 resteranno leggendarie nella storia della Valle Siciliana e dell'intero Abruzzo. È un epopea che se non l'avessi controllata sulla testimonianza viva dei superstiti, l'avrei creduta una pura invenzione. Quando la mattina del 17 ottobre il P. Germano con la Commissione Vescovile giunse alla solitaria chiesina per procedere alla esumazione, tutta la montagna era come mobilitata, ed un immensa moltitudine vestita a festa gremiva e circondava l'edificio. Di colle in colle si rincorrevano i canti dei gruppi in arrivo e parevano che tutte le rocce della catena circostante osannassero come in un mondo di fiaba. L'inattesa presenza di tanta gente turbò la Commissione, tanto più che parecchi convenuti sfogarono lo loro devozione non già sgranando corone da rosario, bensì maneggiando bastoni, falci, forconi e vecchi fucili a bacchetta: volevano a ogni costo che Gabriele restasse li.
...Fu l'inizio di una serie di fatti stupefacenti, il popolo rivoleva [anche] i Passionisti. Dopo due anni di laboriose trattative, nel 1894 tornò il primo nucleo che stipulò il contratto, col quale gli antichi inquilini riscattavano ad alto prezzo la loro casa dal demanio. Alle spese provvidero le generose offerte lasciate dai pellegrini sul sepolcro... così era Gabriele a richiamare i suoi confratelli".
("Questi 100 anni", Natale Cavatassi, in rivista "Il Santo del Gran Sasso")
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