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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
sacerdote, insegnante, patriota, Nisida (15-6-1901) Un'altra epigrafe ci è fornita dal cav. Berardo Costantini in memoria di un altro patriota della nostra terra. Michelangelo Forti nacque da contadini benestanti, al principio del secolo scorso, in Cesacastina, villaggio del Com. di Crognaleto. Studiò nel seminario di Teramo, ove si distinse per intelligenza, per studio e per memoria prodigiosa. Ordinato sacerdote fu nominato arciprete di Tottea, dove si fece molto stimare e voler bene. Era il più autorevole fra tutti i preti delle nostre montagne e specialmente fra i preti liberali. Amando di divertirsi a caccia, un giorno fu incontrato da due personaggi del regno napolitano, i quali viaggiavano in incognito, ed erano stati raccomandati al Marchese di Spaccaforno (zio materno dell'on. Di Rudinì) allora Intendente a Teramo. Costoro lo videro mezzo vestito da prete a mezzo da cacciatore e non sapendo chi fosse gli chiesero dove potessero fermarsi. Egli li invitò a casa sua e quei due, cenando alla tavola dell'umile prete, si permisero di celiare con alcune parole in francese sul conto di lui; ma il Forti, che di francese sapeva benissimo, rispose celiando anch'egli e principiò così una conversazione nella quale i due rimasero fortemente ammirati della coltura profonda di quel prete di montagna. Tornati a Teramo ne parlarono all'Intendente, il quale, informatosi bene del Forti e visti i suoi titoli, ne fece rapporto al Ministero, e il Forti venne nominato insegnante di latinità superiore e lingua greca nel Collegio di Teramo, ove allora erano altri bravi insegnanti come il Vinciguerra, il Romagna, il Peruzy. Insegnò per lunghi anni fino al 1850, quando, per aver detta una messa per i morti in Napoli nei moti del 1848 fu sottoposto a processo, dovette andare
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