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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
giornalista, direttore del 'Corriere Abruzzese', Torricella (17-8-1901) In morte di Francesco Taffiorelli — Con ansia affettuosa a noi si domandavano tutti i giorni — nei quindici mesi della malattia di Francesco Taffìorelli — notizie della salute di lui; ma pur troppo noi non potevamo darne che poco confortanti, poiché il male era di quelli che inesorabilmente conducono al sepolcro. E il sepolcro si è dischiuso. L'attestazione ampia di cordoglio che circonda la tomba recente dice l'affetto e la stima che presso tutti i buoni egli godette in vita, una intera vita spesa con ardore nelle battaglie del giornalismo. Egli compì la missione, che aveva abbracciato, con alto sentimento di dignità, con nobiltà di propositi, con onestà esemplare. Fu, principalmente, un lavoratore. E il virtuoso lavoro gl'impose sacrifici e pene come gli dette soddisfazioni e premii. Amò e difese tutte le cause buone e giuste. Egli non conosceva altro fine alla sua missione che il bene del pubblico, al quale aveva consacrato l'animo e l'ingegno. L'impronta politica ch'egli diede al suo giornale era guidata da un luminoso ideale: una patria che non conoscesse restrizioni nei progressi della grandezza. Perciò egli amò e venerò Francesco Crispi. Il suo cuore — la nobile parte ove pulsa tutto il sentimento dell'uomo — venne vulnerato con armi velenose dalla tristizia implacabile degli uomini. E quel cuore si è finalmente spezzato! Sulla tomba di Francesco Taffiorelli chinano la fronte pensosa gli uomini che conoscono e pregiano la virtù. Noi le diamo il pianto dell'anima e i fiori del ricordo perenne. (La Redazione) — La vita — Taffiorelli Francesco Paolo nacque in Penne il dì 4 novembre 1848, da Tommaso e da Orsola Santucci. Fece i primi studi nel seminario di Penne. Il padre
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