Federico Adamoli
Lo Scudo d'Abruzzo. Tra storia e sport
fasti e documenti di una competizione di motociclismo
(1935-1961)


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     Il problema della diffusione popolare del motociclismo era comunque destinato a rimanere annoso, perché ancora nel 1939 si avvertiva l'esigenza della realizzazione di un modello che risultasse adatto soprattutto alle tasche del popolo. Nel rapporto tenuto nel dicembre 1939 a Roma il segretario del CONI. gen. Vaccaro faceva presente che CONI, RACI e Federazione degli Industriali stavano “attivamente e fattivamente collaborando” per la realizzazione di modelli di motociclette da offrire al popolo, dal prezzo di circa 2500 lire e che raggiungessero una velocità di 60-70 kmh. (7)
     

DOCUMENTI
     Articolo de La Stampa del 31 ottobre 1933: “Riscossa motociclistica”

     Oggi che l'esportazione dei nostri valori sportivi — vittorie italiane all'estero, o vittorie sui campioni esteri in casa nostra — è giustamente divenuta un elemento importante della nostra «bilancia» morale, chiusa nell'anno XI con un attivo trionfale, si rende indilazionabile un riesame a fondo del problema anche in campo motociclistico.
     Proprio nello sport prediletto e praticato dal Duce; nell'attività che gode di una situazione legislativa, burocratica e fiscale di specialissimo favore; in quello che per le sue caratteristiche economiche e sbarazzine, popolari e passionali appare la forma di locomozione più aderente ai gusti, ai bisogni, agli istinti degli italiani; nello sport insomma in cui dovremmo logicamente essere degli specialisti, la nostra «esportazione» di primati e di vittorie non è davvero notevole.

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(7) Cfr. “Panorama dello sport italiano in una chiara esposizione del gen. Vaccaro” in La Stampa del 21 dicembre 1938, p. 4.