Federico Adamoli
Lo Scudo d'Abruzzo. Tra storia e sport
fasti e documenti di una competizione di motociclismo
(1935-1961)


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     Il percorso dello Scudo fa registrare qualche piccola variazione, per uno sviluppo complessivo di 1627 km. in virtù dell'aggiunta di un tratto fuori strada di circa 10 chilometri, inserito nella prima tappa e scelto nelle vicinanze della città, precisamente dal bivio di Forcella fino alla prossimità del bivio di Miano. E a proposito di questo tratto Il Solco Sportivo fa notare che “un tratto fuori strada in una gara motociclistica dà sempre origine ad uno spettacolo caratteristico ed interessantissimo: i concorrenti debbono ricorrere a vere e proprie acrobazie per mantenersi sulla macchina, che deve marciare su terreno incolto, erboso o ghiaioso”.
     La novità tecnica, che accresce l'interesse e la difficoltà della competizione, è stata prevista come fase preparatoria ai fini della selezione delle case che intendono partecipare alla Sei Giorni Internazionale di Llandrindod Wells, che si svolge in Inghilterra una ventina di giorni dopo lo Scudo. La competizione assume importanza anche in funzione di prova di addestramento e allenamento dei Reparti Militari Motorizzati, “per provare e confermare la genialità di ideazione e la bontà di costruzione, anche e soprattutto ai fini dell'impiego bellico, delle motociclette. Arrivare, superando ogni difficoltà prevista ed imprevista, alla meta fissata nel dato tempo: ecco il tema che deve svolgere il Centauro affrontando una dura gara di regolarità. E' il tema tipico del combattimento”. (33) Ed è proprio in vista di questi scopi bellici che la federazione mette appositamente in palio un trofeo per la squadra delle Forze Armate.

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(33) Walter Di Provvido ne Il Solco del 23 giugno 1937, p. 4.