In questa edizione è stata inoltre prevista un'importante appendice che precorre la svolta alla quale sta per andare incontro la manifestazione teramana: lo svolgimento di una prova di velocità di 50 km. (alla quale dovranno espressamente partecipare i concorrenti dello Scudo) che si disputa sul circuito di Civitella del Tronto, che ha uno sviluppo di circa 12 km. Viene anche organizzato un motoraduno in onore dei concorrenti dello Scudo, previsto alla Fortezza di Civitella, e indetto con la collaborazione dell'Ente Provinciale del Turismo. Dopo l'arrivo della quarta tappa i partecipanti partiranno per Civitella, dove si svolgeranno il “galoppo finale” e le manifestazioni di chiusura dello Scudo, che culminano nella tradizionale festa notturna nella storica fortezza, nella Taverna del Mamozio.
La terza edizione si caratterizza per la nuova e imprevista defezione delle case costruttrici, che snobbano nuovamente la corsa teramana. Solamente la Guzzi invia telegraficamente la sua adesione nella sera della vigilia della gara, con la squadra composta da Ugo Prini, Guido Martelli e Aldo Rebuglio, ma gli organizzatori rispettando il regolamento sono costretti a rifiutare la tardiva iscrizione. Vengono evitate le accese polemiche per la “deprecata assenza” che erano invece seguite al termine della prima edizione del 1935, quando le stesse case costruttrici non aderirono alla corsa.
I contenuti sportivi dello Scudo del 1937 non vengono minimamente intaccati, dato che i più noti campioni del regolarismo nazionale partecipano ugualmente, in misura notevolmente maggiore che negli anni precedenti, correndo per i colori della legione o della specialità di Milizia alla quale appartengono. E sono gli stessi centauri che avrebbero gareggiato per la Guzzi ad aggiudicarsi il Trofeo Interamnia ed il Trofeo messo in palio dalla RFMI correndo invece per la squadra delle Forze Armate, cioè la Milizia della Strada. Anche la squadra della 112. Legione MVSN di Roma (rappresentata da Amilcare Rossetti, Ettore Villa ed Amleto Giorgio) è costretta a rinunciare alla competizione a causa di divergenze con la casa che avrebbe dovuto fornire le moto. Come recita il corsivo de Il Solco Sportivo del 7 luglio, “sono gli uomini che fanno la gara, che la vivificano: ed ecco perché dalla 3. edizione dello Scudo d'Abruzzo, assenti le case, sono usciti fuori risultati tecnici brillanti al di là di ogni previsione. Primo fra tutti quello ottenuto da Mangione col suo volo da Mosciano a Teramo ad oltre 135 chilometri di media”.
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