Ma il bisogno di educare la prole
avuta dalla felice unione con Maria Ferrarini
lo ricondusse a Bologna. Camillo Minarelli
institutore egregio e altamente benemerito
la cui memoria è posta ora in non degna dimenticanza
lo accolse nelle sue scuole fiorentissime. Insegnava il padre ove si ammaestravano i suoi cinque figliuoli
de' quali Salvatore era il primogenito. Salvatore
ottenuta la laurea in matematica nel 1817
atteso per qualche tempo come ingegnere alle operazioni del nuovo Catasto
finché
vinto dalla naturale inclinazione
abbandonò i calcoli e le mappe
e si diè tutto alle lettere e all'insegnamento. Nell'Istituto del Minarelli
ove aveva apprese le ottime discipline
fu per venti anni uno dei maestri principali
e
ammogliatosi nel 1837 con Angiola Campeggi
che teneva una scuola femminile
si applicò eziandio con grande amore all'istruzione delle giovinette. Era egli ricercato assai
e case cospicue gli affidavano i figliuoli e riponevano in lui piena fiducia. Così venne preparando gran parte del materiale
che
ordinato poi e diviso
diede di mano in mano alla luce in una lunga e svariata serie di opere didattiche.
Avvenne intanto che nell'anno 1845 fu aperto il concorso al posto di minutante
come dicevasi allora
nella Segreteria del Comune di Bologna. Meritò egli la nomina
e tenne l'impiego fino a che
mutate le sorti della patria italiana
fu addetto prima alla Segreteria dell'Assemblea Costituente delle Romagne
quindi all'Intendenza generale di Governo
e finalmente dal Governatore dell'Emilia nominato Segretario al Ministero dei Lavori Pubblici in Modena
e
trasferito l'anno dopo a Torino
fu applicato alla Direzione Generale delle Poste
perchè
fatto ivi disegno di pubblicare un Dizionario postale per tutte le provincie del nuovo Stato
si pensò darne la commissione a lui
noto e lodato per opere statistiche e geografiche. In men che due anni infatti il Dizionario uscì per le stampe
ma l'assidua fatica nocque al solerte autore
il quale ammalò d'occhi
ed uno in ispecie gli rimase offeso. Da allora in poi appartenne all'Amministrazione centrale delle Poste e seguì la sede del Governo da Torino a Firenze e a Roma
non intralasciando mai nè gli studj prediletti
nè gli speciali lavori di statistica e di geografia. Ma nel frattanto un lento e progressivo infievolimento
effetto del giornaliero travaglio
cui si era sottoposto fin dalla giovinezza
trionfando della tempra robustissima
pur troppo lo incalzava verso il sepolcro. Aveva aperto gli occhi alla luce li 14 Marzo del 1807
li chiuse per sempre li 29 Luglio del 1884.
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