Corriere Abruzzese 1888. In Città e fuori


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24 Novembre 1888 – n° 94


     Diamo ai nostri lettori una notizia che recherà piacere.
     Si è costituita una impresa cittadina per aprire il teatro comunale al 1. gennaio prossimo, con opere in musica.
     E' stata presentata la domanda alla Giunta, come pure è stato radunato un fondo per le spese del primo quartale.
     Il Carnevale del 1889 è lungo, perché termina nientemeno che al 5 marzo. Che si farebbe dunque in una sì lunga stagione?
     Incoraggiamo perciò qualunque tentativo che rendesse meno morta la città nostra.

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     La sera del 21, in sull'imbrunire, avvenne nella vicina Torricella, un atroce misfatto.
     Certo Nicola di Carlo, d'anni 45, assessore comunale, di professione intraprenditore di fornaci, era stato ad una piccola festa del paese, col palio della questua. Nel ritirarsi a casa, in compagnia del figlio Salvatore d'anni 19 e del cognato Pompei, fu raggiunto da certo Luigi di Carlo cugino di Nicola, e Berardo Polsoni. Ne nacque un diverbio per il pallio di un'altra festa, di Cavuccio.
     Conseguenza del diverbio fu, che il povero Salvatore di Carlo venne steso morto da una pugnalata al collo che gli tagliò l'aorta, e il padre suo Nicola ebbe il corpo crivellino di ferite.
     Berardo Polsoni poi che dicesi uccisore del giovane Salvatore, giace nel nostro ospedale civico con la gola gravemente ferita da un colpo di roncetto datogli per isbaglio dal suo compagno di Carlo.
     I poveri di Carlo, Nicola e Salvatore, erano buona gente e non avevano armi. Tutta Torricella li compiange.
     Ieri mattina, a piè della rampa che sale a Torricella scarpone, si vedeva tuttora un lago di sangue.
     Il giudice istruttore Grumelli andò sul luogo ad inquerire. I feriti versano in pericolo di vita.

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     Ed ora noi crediamo debito nostro di richiamare tutta l'attenzione dell'autorità politica su questo paese disgraziato, che si è fatto un nome truce, a causa dei delitti di sangue, onde si è reso famoso.
     Bisogna vedere se non sia il caso di impiantarvi una stazione di rr. carabinieri. Il pennacchio del carabiniere ha una grande autorità nelle turbe, ma non è tutto. Bisogna indagare pure se non sia il caso di applicar lassù qualche provvedimento di P.S. un po più efficace per contenere certa gente che mena le mani con tanta facilità.

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     E' convocato per domani il Comitato della Federazione operaia col seguente ordine del giorno:
     1. Comunicazioni della Presidenza.
     2. Dimissioni del membro sig. Giuseppe Ruffini, e del presidente della Società operaia di Silvi da Consigliere del Comitato.
     3. Proposte per la Bandiera Federale.
     4. Funzioni dei Sotto comitati mandamentali.
     5. Nomina di una commissione perchè, in base all'art. 10 dello Statuto Federale, proponga un tema da svolgersi prossimamente da uno dei suoi membri, alle Società Teramane facenti parte della Federazione, in rapporto all'indole ed agli scopi della Federazione medesima e relativo alla classe operaia.

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     Il 6 dicembre si aprirà la Corte d'Assise per fare l'ultima quindicina dell'anno. Furono sorteggiati i seguenti giurati:
     Ordinari. — Palombieri Agostino di Teramo, Coppa Giuseppe di Città S. Angelo, Mucci Francesco di Campli, Santuccione Francesco di Cepagatti, D'Ambrosio Giuseppe di Teramo, Massucci Andrea di Montone, Spicca Giuseppe di Torricella Sicura, Palumbi Nicola di Tossicia, Di Giorgio Stefano di Cermignano, Celli Luigi di Castelli, Rossi Alessandro di Silvi, Ruscitti Pasquale di Colleminuccio, Passeri Michele di Teramo, De Sanctis Luigi di Teramo, Sorricchio Francesco di Atri, Cianciosi Alfonso di Castellamare Adriatico, De Ascentiis Antonio di Mosciano S. Angelo, Clerico Antonio di Castellamare Adriatico, Cicoria Giuseppe di Collecorvino, Presbiteri - De Lassis Biagio di Loreto Aprutino, Parrozzani Giuseppe di Montorio al Vom., Pellegrini Massimo di Penne, De Amicis Ernesto di Picciano, Ambrosii Luigi di Nereto, Paolini Antonio di Montorio al Vomano, Nardi Vincenzo di Montorio al Vomano, Tonelli Evangelista di Corropoli, De Fabritiis Emidio di Tortoreto, De Luca Battista di Giulianova, Di Gianvittorio Emidio di Catignano, Coppa Nicola di Città S. Angelo, D'Ortensio Francesco di Cepagatti, Guerrini Ernesto di Penne, Innamorati Francesco di Città S. Angelo, Nisii Giambattista di Fano Adriano, Massei Daniele di Teramo, Costantini Antonio di Nereto, Cesii Michele di Teramo, Dottorelii Filippo di Teramo; Nicoli Vincenzo di Teramo.
     Supplenti. — Trosini Federico, Campanella Francesco, Altamura Leonardo, Camponeschi Francesco, Berio Martino, Danesi Francesco, Bernardi Petrini Enrico, De Michetti Felice, Fummi Pietro, Cianci Pasquale. — Tutti di Teramo.

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     Un grave ferimento avvenne la sera di mercoledì, a causa della passatella.
     Erano a bere in una osteria presso l'Annunziata, i conciapelli Domenico Martinenzi e Berardo ed Angelo Allulli, zio e nipote, quando per quistioni sorte nel giuoco della passatella, vennero alle mani.
     Usciti dall'osteria gli Allulli si fecero addosso al Domenico e gli infersero tre colpi di coltello uno dei quali, al lato della mammella sinistra, gravissimo essendo stato leso il polmone.
     Il povero Martinezzi, che abita in via della Misericordia, fu portato a casa dai cittadini accorsi alle sue grida.
     Accorsero subito il giudice Ferrari e i Dottori Baldati e Siniscalchi.
     La moglie di Berardo Allulli, che s' intromise fra i tre nel momento dell'aggressione rimase anch'essa ferita.

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     Nell'ultima assemblea dei notari venne votato ad unanimità un ordine del giorno di fiducia al Consiglio notarile, del notar Tito Ortolani, deplorandosi pure i fatti esposti in una recente deliberazione del Consiglio stesso.
     Venne quindi nominato Zacchei membro ordinario, ed ebbero la conferma Acerbo e Candeloro.