14 gennaio 1915
Il terremoto di questa mattina nella Città, nella Provincia, in Italia
In Città
La vecchia frase dialettale nostra per dare una stoccata ai poltroni: manghe lu terremote te smove, è stata una volta sbugiardata. Poiché stamane, alle 7,55, s'è visto l'insolito spettacolo delle strade popolatissime. Mai Teramo è stata così animata come questa mattina. Non era però animazione di gioia, ché in tutti si leggeva il grande spavento provato nel breve giro di pochi secondi. La forte scossa sismica, durata oltre venti secondi, ha ad un tratto dovuto richiamare lo spaventoso pensiero della Morte, perché dappertutto è stato un gridio incessante, un uscir fuori dalle case, un'invocazione ai Santi protettori e specialmente a S. Emidio.
Ed era davvero da spaventarsi, poiché da anni Teramo non aveva avuto scosse di una tale forza e di una tale intensità. I competenti dicono che si tratti di una scossa di sesto grado della scala Mercalli con qualche caratteristica del settimo; certo che la campana dell'orologio nell'accentuate ondulazioni della torre, ha suonato quattro o cinque tocchi.
Il terremoto è stato preceduto da un sinistro boato che molti hanno avvertito, ma che la maggioranza di questi à scambiato per ululato di vento, tanto più che da due giorni abbiamo avuto un forte sconvolgimento atmosferico.
Ma quando sono incominciate le ondulazioni, quasi impercettibili dapprima, fortissime in seguito, allora s'è compresa la paurosa realtà, e sono stati veramente pochi quelli che son rimasti in letto o in casa; perché tutti han cercato, come una via di scampo, nella fuga. D'improvviso si sono popolate le piazze, le vie, i larghi e molti sono usciti in abbigliamenti, saremmo per dire, quasi adamitici.
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