Del resto notiamo subito che i movimenti attuali della Terra, anche i più catastrofici, non sono che giuochi da bambino in confronto di altre convulsioni che hanno tormentato la terra pure in tempi relativamente recenti, come lo spaccarsi da cima a fondo del continente africano od anche semplicemente il distacco della Sicilia dal continente!
Dei movimenti repentini del suolo, i sismi, seismi o terremoti, tornati ancora una volta di dolorosa attualità con l'immane disastro dell'Abruzzo, io intendo parlare specialmente, indicandone gli effetti, le probabili cause e studiando se sia possibile prevederli e forse, impedirli od almeno attenuarli.
Anzitutto, cos'è un terremoto?
Noi lo possiamo definire come un movimento improvviso nel suolo, movimento la cui intensità, molto variabile, va da un fremito appena percettibile agli apparecchi registratori i più delicati; ai grandi cataclismi, la cui violenza apporta devastazione e morte sopra estese regioni.
Fortunatamente il numero dei terremoti disastrosi è ridotto, ma nondimeno si può calcolare superiore a 30 mila ogni anno il numero delle scosse, cioè dei microsismi e dei macrosismi, risentiti questi direttamente dall'uomo, quelli semplicemente registrati dagli apparecchi. Si ha quindi ben ragione di ritenere crudelmente ironico l'appellativo di terraferma usato per la crosta terrestre!
Ora le scosse di terremoto si possono essenzialmente riferire a tre tipi:
1. Scosse verticali, con movimento meccanico dal basso all'alto e che si verificano d'ordinario in prossimità immediata del punto di partenza del fenomeno sismico.
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