Il Terremoto nella Marsica del 1915


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     Altri fenomeni precursori e concomitanti si hanno in forti ed inspiegabili variazioni della pressione barometrica, nel manifestarsi di un'afa particolare, cosicché in certe regioni di sismismo frequente, così in Andalusia, gli abitanti parlano di un vero tempo da terremoto, come noi parliamo di tempo da temporale.
     Quelle che sembrano assolutamente da escludere sono certe relazioni fra terremoti e fenomeni esterni come le macchie solari, le fasi della luna, le stagioni (con un massimo durante l'inverno), le diverse ore del giorno (terremoti più frequenti di notte o nelle prime ore mattutine), ecc. per quanto sia innegabile che non di rado sembri esservi realmente tale relazione, che però, ripeto, è esclusa dai Sismologi.

     Lo studio dei terremoti ha portato a determinare l'esistenza alla superficie terrestre di dodici focolari sismici principali abbraccianti ognuno un'area elittica più o meno estesa, e di cui una si estende alla regione nord-orientale del Mediterraneo, comprendente purtroppo anche la nostra Italia.
     Tali focolari costituiscono, secondo il Mentessus de Ballore due zone essenziali di intensa sismicità; l'una corrispondo all'Oceano Pacifico ed abbraccia la regione delle Ande, con II Giappone e la Malesia; l'altra, la zona mediterranea, è limitata dalle Alpi, dal Caucaso e dall'Imalaia.
     Questa seconda zona è la più attiva, poiché di tutte le scosse di terremoto che avvengono annualmente il 54% si manifesta appunto nella regione mediterranea. mentre soltanto il 42% corrisponde a quella del Pacifico.