Il Terremoto nella Marsica del 1915


Pagina 32 di 76       

%


     Il ritorno dell'acqua ha luogo sotto forma di un'onda alta 10, 20 e persino 30 metri, che precipitandosi sulla spiaggia tutto rovescia e distrugge; il fatto si è verificato appunto sulle coste messinesi e della Calabria nel terremoto del 1908, distruggendo in parecchi punti la linea ferroviaria e spostando enormi massi. Il porto di Catania fu in quell'occasione ridotto quasi a secco.
     Giova a questo proposito ricordare il disastro del porto del Callaso nel Perù, che, nel 1750, fu interamente distrutto da un'onda di maremoto; parecchie navi furono proiettate nell'interno del paese fino alla distanza di 4 km. della spiaggia ed all'altezza di 16 metri!
     Le coste del Giappone sono spesso flagellate da questi maremoti; così nel 1896, mentre in terra non si verificava che un momento sismico si può dire trascurabile, enormi onde, alte più di 10 m. e preceduti da rumori paragonabili a scariche di artiglieria, si precipitavano sulle spiagge per una lunghezza di 300 km.; causando in pochi minuti la morte di oltre 50 mila persone. E lo strano si è che, in mare a poca distanza, i bastimenti per nulla si accorgevano del fenomeno.
     Altre volte l'onda di maremoto si propaga invece a grande distanza ed in parecchi casi l'onda partita dalle coste del Giappone arrivò fino a quelle della California, con una velocità più di 80 km. all'ora.

     Questi fenomeni sismici in prossimità delle coste possono portare a mutamenti profondi di una regione; così il terremoto del 1853 rese inutilizzabile il porto di Nippon al Giappone; quello del 1819 nel delta dell'Indo, oltre a costare la vita a circa 300 mila persone provocò uno sprofondamento di terreno tale da originare un ampio golfo; le città di Bora e di Helika sul litorale greco furono inghiottite dal mare e le isole dell'Egeo si può ritenere, rappresentino i frammenti di una terra dislocata e spezzata [buco, vedi 7038] poca non relativamente lontana.