Delle tre Provincie che formano l'Abruzzo la più agitata è stata sempre quella di Aquila. La città di Aquila è stata, attraverso i secoli, e prima della ultima catastrofe di Avezzano, il centro urbano dell'Italia centrale più duramente provato da simili parossismi tellurici. Ma la parte più scossa della provincia di Aquila fu sempre la settentrionale, quella posta cioè a nord del Monte Velino.
Si può dire, anzi, che la sismicità della Conca del Fucino sia sempre stata di ripercussione più che di propulsione.
La Conca del Fucino, infatti, è confinante, tanto da parte del resto dell'Abruzzo quanto, verso sud, da parte dell'Italia meridionale, con regioni assai spesso colpite da movimenti enologeni. Ora, la sismicità di un paese, che è stabilita in base alle notizie sicure delle sue agitazioni telluriche, può essere determinata sia dai movimenti in posto sia da quelli che si propagarono dalle regioni viciniori. L'Abruzzo, come la Basilicata, si presta moltissimo, per la sua posizione geografica, a risentire notevolmente gli effetti dell'attività dinamica delle terre che lo circondano. E si son sempre fortemente propagati in Abruzzo i terremoti del Gargano, del Molise, del Lazio: la Conca del Fucino, che con queste terre è più direttamente a contatto, ne ha sentito non poche volte l'eco rovinosa. Ma nel Fucino si sono con minore intensità ripercossi sempre i terremoti propri dell'Abruzzo, cioè i terremoti aquilani c quelli della Maiella.
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