Il Terremoto nella Marsica del 1915


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     Carità non effimera, Quindi, per il buon nome d'Abruzzo, d'Italia, dell'umanità!
     Dove andranno, domani che il nostro entusiasmo si sarà spento, dove andranno le derelitte figlie senza tetto né madri? La società ha il dovere di provvedervi.
     Risorga la vita dalla morte, dalle stesse macerie e ad esse dintorno. Siano ridonati i superstiti ai loro luoghi natii e lì riallaccino il loro lavoro, la loro felicità così bruscamente interrotta dalle inesorabili leggi della natura: nel proprio ambiente, l'uomo e la donna trionfano della corruzione e della miseria e insieme intessono ghirlande di gigli e di rose per il comune benessere e pel progresso.
     Ma vorrà sentire, la nostra società, tutti i doveri che ha verso i derelitti?
     Noi - modestamente - cominciamo col nostro vecchio giornale. Quanti verranno con noi e dietro di noi ?
     PASQUALE RICUCCI

La Nuova Sventura

     Uomini, nella truce ora dei lupi
     pensate all'ombra del destino ignoto
     che ne circonda, ed ai silenzi cupi

     che regnano oltre il breve suon del moto
     vostro e il fragore della vostra guerra

     …....................

     Uomini pace! Nella prona terra
     troppo è il mistero..........


     Proprio così! Noi ci domandiamo se valga la pena di massacrarsi sui campi di battaglia, quando d'un colpo il fremito del suolo su cui scorriamo fidenti la vita può inghiottire noi, i nostri figli, le nostre famiglie, i frutti del nostro lavoro, fin quell'ultima speranza che fa sorridere il giusto sulla soglia dell'al di là di lasciare su questa terra qualche cosa di sé, una memoria, un affetto...