Era qualche cosa del fuoco del dio Agni che dall'India si propagava nei luoghi dove doveva sorgere il culto di Vesta; ma tutto unito a un misterioso terrore. Poi lo storico, o lo scienziato primitivo, cominciò a registrare i disastri: Erodoto, Tucidide, Strabone, i due Plinii, Tacito, parlano di terremoti, come di terremoti parlano Omero e Orazio, fino a che, nelle ombre del medio-evo, sorge la insulsa credenza che affidava a Satana la negra fucina di Vulcano. E' del medio-evo forse anche la leggenda di Nicolò Pesce l'uomo che sapeva nuotare più d'un pesce, che predisse tante sventure ai popoli calabri, che disse essere la Sicilia sostenuta da tre colonne su caverne ricche di gemme e di pietre preziose.
È dopo il settecento però che la storia registra convulsioni e disastri che hanno solo riscontro nel terremoto che recentemente distrusse la superba città del faro e l'incantevole paese del miraggio, cinto d'aranceti. Terribile fra gli altri quello del Perù nel 28 ottobre 1746... In meno di ventiquattro ore si sentirono oltre duecento scosse. Come disse il Boccardo, l'oceano due volte ritrattosi dal lido, due volte irruppe sulla terra; Lima fu da capo a fondo distrutta, ed una parte della costa presso il Callao fu convertita in golfo: quattro altri porti di mare, fra i quali Cavalla e Guanapa subirono la medesima sorte. Eranvi nel porto del Callao 23 navi e vascelli, 19 andarono a picco e gli altri, fra i quali la fregata S. Fermino, furono dall'immane violenza delle onde portati ad una grande distanza nelle campagne o lasciati a secco ad una notevole altitudine.
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