|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
medico (17-1-1877). Un altro cipresso è spuntato...! Una nuova fossa si è aperta...! Bonaventura Celli non è più...! Non toccava ancora l'ottavo lustro, quando l'inesorabile Parca volle reciso lo stame di sua vita per rapirlo crudelmente alla scienza, all'affetto degli amici, alla riconoscenza dei suoi infermi. Egli nacque in Castelli nell'Abruzzo teramano, e compiti gli studi letterari e filosofici in questa città, andò in Napoli per educarsi nelle scienze mediche. Quivi, avido di sapere, e dotato di squisito criterio, non si fè adescare dalle blandizie della giovinezza e dai pregiudizi di viete dottrine, ma tutto si dedicò allo studio dei principi della nuova scuola naturalistica, propugnata dall'illustre professor Cantani, che gli fu maestro. Per lo che, fondato l'Ospedale Clinico, ivi trasse gran parte della sua faticosa esistenza, scrutando con forti e seri propositi i più reconditi fenomeni dell'umana organizzazione. L'infaticabile zelo per la scienza gli fruttò l'ammirazione dei compagni e la stima dei maestri, onde venne, appena conseguito il diploma dottorale, chiamato in qualità di assistente nella 2a Clinica di quella R. Università, e poscia elevato al grado di coadiutore. Il ricettario ed i rendiconti clinici, da lui pubblicati nel 'Morgagni', attestano a sufficienza quanta utilità egli avesse tratto dalle perdurate fatiche, e come ben presto salito sarebbe ad alta rinomanza fra i cultori delle mediche discipline. La simpatica semplicità dei suoi modi, la mitezza dei costumi, la modestia nel discutere coi colleghi, la cortesia usata cogli amici o cogl'infermi gli legarono tutti i cuori; di guisa che molti studenti accorsero alle sue private lezioni, e sovente fu invitato a consulto da rinomati medici di Napoli o delle provincie. Ma il tuo
|