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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
architetto, insegnante, politico, Napoli (28-2-1877). Giovedì furono celebrati i funerali del compianto architetto Errico Badia nella chiesa di S. Matteo, ove lessero discorsi i signori De Benedictis e Pannella: pubblichiamo le parole del prof. De Benedictis: "Se la lode e il compianto dei buoni sono cose desiderate da chi lascia la terra: come se in ciò rimanesse viva la sua parte migliore; non poteva quel dolce e mesto conforto venir meno, o signori, alla felice memoria di E. Badia. E meritamente; perché egli fu nome egregio, e seppe con la vita laboriosa e la dolcezza dei costumi, procacciarsi la stima e la benevolenza di ognuno. Ed ora il dispiacere generale, onde si lamenta la sua fine immatura, è chiara testimonianza de' molti pregi di quell'anima benedetta: e questo rende più vivo il grandissimo dolore della famiglia sua, e accende in noi, ora più che mai, il desiderio di lui. Vi sono, o signori, virtù eroiche e sublimi, esercitando le quali in pro della patria, l'uomo si rende glorioso ed immortale. Ma queste virtù, appunto perché sì eccelse, sono rarissime; né sempre è data a noi l'opportunità di metterle in opera. Ma la probità, la modestia, la gentilezza, l'affetto e l'interezza del carattere possono e debbono essere ornamento della nostra vita cotidiana. Di queste virtù meno vistose delle prime, ma non belle ed utili al mondo fu ricco davvero E. Badia. Oh s'io potessi, come vorrei ritrarre di cuore l'immagine di questo bravo e perfetto gentiluomo! Vorrei mostrare la bella armonia ch'era nelle facoltà dell'animo suo, ove rifulgevano, sopra ogn'altro, la rettitudine e la bontà. Egli fu tale che, in tanta vicenda di casi, quanta ne vide il nostro paese da mezzo secolo in qua, nessuno ebbe menomamente a dolersi di lui, moltissimi a lodarsi di favori
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