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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota, insegnante (4-4-1883). Aveva 64 anni, ma era in lui l'animo ardimentoso di giovane. Nessuno avrebbe presagito, pochi giorni or sono, l'imminente sua fine. Un male ribelle ad ogni rimedio consigliato dall'arte salutare, lo uccise. Educato a sentimenti di libertà nella scuola dell'esempio, dacché liberali furono e l'avo e il padre suo, cospirò per la redenzione della patria e fu carcerato nel 48; la servì con disinteresse combattendo nel 1860 il brigantaggio, e si segnalò nei fatti di Corropoli, per cui fu insignito della croce di cavaliere e della medaglia al valore. D'ingegno non mediocre, dettò umane lettere in Napoli, dove pure si era addottorato in legge, e i sommi nelle discipline letterarie di quella metropoli lo estimarono, lo amarono! Leale, generoso, caritatevole, quanti lo conobbero ne rimpiangono la perdita irreparabile! Alla numerosa figliolanza lascia un uomo onorato, supremo conforto nella sventura! (Un amico) - Domenica verso le 5 p.m. la salma del compianto cav. Ambrogio Rossi veniva accompagnata all'ultima dimora. Molti amici del defunto, il sindaco ed altre autorità facevan parte del corteo: v'eran pure la banda musicale e la Fratellanza artigiana. Il sindaco di Mosciano S. Angelo sig. Ventili che indarno ne avea reclamato la salma a nome della terra antia, venuto espressamente, lesse in camposanto nobilissime e commoventi parole sulla bara del povero estinto. E la famiglia Rossi oggi, per nostro mezzo, ringrazia vivacemente amici, parenti e tutti quelli che ebbero il pietoso pensiero di rendere gli ultimi onori alla memoria del non abbastanza rimpianto loro congiunto.
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