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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
benefattore, Lucca (15-3-1884). Abbiamo da Notaresco in data d'ieri: Notaresco ha perduto il figlio suo più caro, la sua speranza, il suo più bello ornamento, Antonio Devincenzi! Egli cessava di vivere ieri mattina a Lucca dopo 17 giorni di fiero ileotifo. Povero giovine!... nel fior degli anni estinto. Quand'è il viver più caro, e pria che il core / Certo si renda com'è tutta indarno / L'umana speme... Oh come sei ingiusta, natura! Fai vivere de' gaglioffi, degli obbrobri, e spegni delle esistenze benefiche, care, adorate. Sì, caro, adorato era Antonio Devincenzi per le sue virtù piuttosto uniche che rare. Di cuore generosissimo, egli largamente sussidiava chiunque ricorreva a lui. Ed a lui si deve la fondazione di questa Società di Mutuo Soccorso. Bastò che facesse un giro nel paese e raccolse firme di socii fondatori per la somma di mille lire. Di modi gentili, affabili, manierosi, egli trattava tutti con eguale gentilezza, non stimando nessuno inferiori a lui e quando un giorno gli fu fatta osservazione, perché aveva ammesso a desinare con lui un meccanico, rispose che quegli era un uomo onesto, del quale invidiava la vita, avendo riportate diverse ferite nelle patrie battaglie, e che l'esser nato povero non er per esso un demerito. Questi erano i sentimenti del giovine che a ventitre anni è stato rapito all'amore, alla venerazione di una intera popolazione, che inconsolabilmente ne piange l'ultima dipartita (R.)
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