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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
magistrato , Ancona (14-3-1885). Mercoledì a sera il cav. G. Stampacchia procuratore del re in Ancona telegrafava al suo collega di qui l'avvenuta morte del cav. Francesco Cesi sot. procuratore generale presso quella Corte d'appello, pregando di avvertirne destramente i parenti. La notizia fu appresa con dolore da tutti, specialmente dalla estesa parentela che il povero estinto aveva qui. Nella notte partirono per Ancona il fratello Michele ed uno dei cognati. Il cav. Stampacchia però aveva pietosamente taciuto una grave circostanza che noi apprendemmo ieri mattina dall'Ordine, ottimo giornale che si stampa in Ancona. Questa circostanza è che il cadavere del povero Cesi era stato rinvenuto alle 4 1/2 pom. galleggiante presso la riva del mare! Estesi particolari troviamo nell'Ordine, da cui li riassumiamo. Il cadavere fu trovato presso lo scoglio di S. Lucia, Vestiva soprabito nero, calzoni e gilet scuri. Fisonomia molto trasformata, le mani aveva rattrappite. Furono trovati sulla persona l'orologio d'oro fermo nelle ore 10,55 ant., con catena d'oro; poche monete, e due pezzi di carta, uno dei quali conteneva appunti di processi che dovevano discutersi nelle Assise, ov'egli aveva 5 cause, e l'altra una massima di giurisprudenza sulla provocazione. Dopo le 10 ant. era stato visto passeggiare tranquillamente in piazza Cavour, poi non fu più visto. Aveva passato una notte insonne, agitatissima, a colazione mangiò pochissimo, e la sua signora, a cui da 16 mesi si era sposato, non voleva che uscisse di casa; ma egli disse che doveva recarsi alla Procura generale. L'idea del suicidio gli era balenata da qualche tempo, scrive l'Ordine. Lamentava sempre dolori di testa. Con qualcuno disse perfino: "Un giorno o l'altro vedranno galleggiare il mio cadavere". Domenica
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