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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
ufficiale della milizia, Ponzano di Civitella del Tronto (29-7-1885). [Inizio Voce]più volentieri in quanto laggiù vi era una di quelle festicciuole campestri che tanto parlano al cuore degli abruzzesi, e che tanto ci ricordano i primi palpiti dell'infanzia, quando cioé nell'innocenza degli anni traesi diletto anche dal suono di una campana e dallo sparo di un mortaretto. La festa di cui è parola cadea proprio nel 25 del corrente mese, e Berardo Giuliani all'antivigilia del santo si vide comparire all'improvviso l'amato fratello. Oh! gioia ineffabile tanto più grata, quanto inattesa! In una villetta dove sono tutti amici e congiunti, per un semplice avvenimento di questo genere, i piaceri si aumentano sino all'infinito, e Ponzano fu lietissima di accogliere il suo ospite e cittadino, poiché la sua presenza avrebbero contribuito alla buona riuscita della festa. Non dico nulla di Berardo Giuliani. Come un sogno che non sfuma, i due fratelli abbracciandosi e baciandosi erano in quell'istante assai felice. La comparsa di Gaetano, aveva prodotto a Berardo un mutamento nel suo cuore, ed avea fatto l'effetto stesso di uno splendore nella notte. La serenità, la gioia, l'estasi traboccavano dagli occhi, e dai modi del farmacista Giuliani, che per l'inaspettata consolazione era come cullato dall'anima felice e si affrettava a fare inviti e scrivere, biglietti a destra ed a manca. Alla vigilia della festa e verso sera, ho visto lo sventurato padre Antonio Giuliani che gongolava di piacere per il ritorno di Gaetanuccio che gli avea riportato due paccotti di eccellente tabacco da fumo. - "Eh ora ne avrò parecchio da fumare!" - ripeteva quasi millantandosi il vecchio genitore. Oh povero padre! Chi ti avrebbe detto che quello era l'ultimo tabacco regalatoti da tuo figlio? Chi l'avrebbe detto che appena 36 ore e la vita del tuo Giovannino sarebbe sfumata nel vuoto come
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