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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
imprenditore, politico, Elice (29-5-1886). Scrivono da Elice: I buoni se ne vanno! Il dì 22 maggio moriva in Elice il signor Donatangelo Di Tizio, assessore anziano di quel municipio nella età di anni 76. Egli lasciò un vuoto intorno a sé, la famiglia n'è desolata. In Elice e fuori, la notizia della sua morte fu appresa con dispiacere grandissimo, con quel dispiacere, che suole produrre lo scomparire di una persona veramente proba, che ha avuto una attività lunga e benefica, una incessante pratica di virtù pure modeste, ma indispensabili, all'umano benessere, e che si rivelano nel costume morigerato ed inappuntabile. Fu socio di Tomaso Antonio Impacciatore nella industria dei cuoiami; ed aprì una officina ad uso inglese, una scuola-lavoro. Egli, Direttore, istruiva i suoi operai anche nel leggere, scrivere, conteggiare, nella tenuta dei libri; a taluni insegnava sui proprii poderi elementi di agronomia pratica; a tutti indistintamente insegnava le buone regole della vita, l'onesto costume ed il rispetto per le cose sacre. Si procurò in tal modo una grande popolarità, ed ormai al suo nome va congiunta la memoria di un culto speciale per ogni cosa onorata ed onesta. Fu illimitata la fiducia che ebbero di lui tutte le case di commercio della provincia e quanti lo conobbero; nel suo paese amministrò lungamente il denaro pubblico come tesoriere comunale e governativo, con la fiducia e col plauso universale. Fu rigido nell'osservanza dei proprii doveri fino al punto di dispiacere alle coscienze elastiche di questi dì; e il suo costume inflessibile e di tempra antica, sdegnò di coprirsi e nascondersi in quel belletto moderno e sotto quegli artifizii, che lasciano parere intollerabili le intenzioni maligne e la falsità. Nominato Sindaco nel 1864 fece un programma
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