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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota (11-12-1886). [Inizio Voce]di Vienna, susseguito da diversi altri di minore intensità nella nostra penisola, ma di non minore efficacia per la vita dei popoli. Mi pare ora di vedere il nostro estinto amico sedere sullo scanno dei giudicabili innanzi alla orribile Corte marziale per gli avvenimenti politici di Penne. Antonio Camillotti insieme ad Andrea Costantini, attesero ivi imperterriti l'esito dell'iniqua accusa che li avea additati alla pena di morte. La scansarono perché quei carnefici invece che giudici non ebbero nemmeno essi la forza di fare un massacro più numeroso di quello che fecero. Sbalzato in esilio, circonvenuto da poliziesca sorveglianza giunse a godere del risorgimento nazionale nel 1848 ma un secondo fedigrafo dell'abborrita stirpa dei Borboni rendeva invece che fausta, luttuosa quell'epoca. Se Antonio Camillotti, durante la reazione, non ci fu collega di prigioni, di catene e di sevizie le più tormentose fu sempre rinchiuso in qualche nascondiglio delle case dei suoi amici sino a che non venne il bel giorno che l'ultimo risveglio nazionale si manifestava nel 1860. Tenuto in buon conto per il suo costante patriottismo, per la sua provata onestà e della vecchiaia che già lo affievoliva ebbe dal governo liberatore italiano tutte le considerazioni che meritava". L'oratore, rivolgendosi alla bara, termina, commosso, con questa apostrofe: "Pace all'anima sua di patriota, grata rimembranza di lui tra gli amici, i parenti, la cittadinanza tutta!
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