|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
oculista, patriota, Napoli (27-4-1887). [Inizio Voce]più degli altri gli animi degli astanti. Il prof. De Vincentiis, direttore della clinica oftalmologica di Palermo, parlò dei meriti scientifici del Castorani, del quale, forse, occuperà il posto. Parlarono in seguito il prof. d'Angelo, coadiutore dell'estinto e l'assistente Massina, nonché due studenti, Ninno e Garzia, non però abruzzesi! (...) Pur troppo - come ben disse il prof. Antonelli - la falange abruzzese si assottiglia di giorno in giorno. (Eutalmio). [appr.] (30-4-1887). Castorani scienziato. - Permettete che un antico discepolo ed assistente, mandi un saluto alla tomba venerata del sommo maestro. Un carattere come quello del Castorani vi può essere chi lo uguagli, ma chi lo superi, giammai. La sua era onestà nel vero senso della parola, e giustamente egli pretendeva che chiunque lo avvicinasse fosse onesto come lui. Inesorabile, cacciò una volta un infermiere, sol perché questi s'era permesso di prendere un piccolo regalo da un malato della sua Clinica oftalmica. Mal soffriva raccomandazioni per i malati che gratuitamente curava nella R. Clinica oftalmica; ed aveva finito per non leggere più lettere che, a tale oggetto, gli venivano da ogni parte d'Italia. Ciò che si studiava di avere; era questo, che cioè i veri poveri usufruissero del benefizio. Di lui non parlerò come patriota. Che potrò aggiungere io alle parole di un Tommasi? Solo ricorderò che l'esilio, procuratogli dal suo animo liberale, gli aprisse la via alla sua grande carriera scientifica. Suo maestro a Parigi fu il Desmarres, di cui in breve fu capo-clinico, per poi aprire uno studio ed un dispensario clinico, ove si rese noto nella metropoli francese. Sorta l'alba del risorgimento nazionale, l'Italia lo riebbe, e lo nominò a Bologna, nel posto che fu poi occupato da un altro sommo - il Magni.
|