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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
oculista, patriota, Napoli (27-4-1887). [Inizio Voce]Magni e Castorani erano i due soli che rischiaravano l'Italia nella scienza oculistica; tutti e due all'occaso, senza che altri si veda sorgere sul lontano orizzonte! [V'è a Roma il prof. Martini, già innalzato a grande fama tra gli oculisti italiani, N.d.D.] La nomina a Bologna non fu accettata; venne invece a Napoli, non ostante che Napoleone III. lo volesse trattenere a Parigi. Operatore insigne, unico al mondo, ebbe in breve una clientela da ogni parte d'Europa. L'Università partenopea fu onorata di averlo tra i suoi. Io credo che nessun oculista ebbe a pubblicare, in francese ed italiano, tante memorie, quante il Castorani, lette la più parte nell'Accademia di Parigi ed a Napoli [Probabilmente il prossimo fascicolo della Rivista abruzzese di scienze e lettere pubblicherà l'elenco delle memorie, N.d.D.]. Egli studiava sempre, esperimentava di continuo. La sua casa era piena di conigli, sui quali faceva le sue esperienze. Notevole è il suo processo sull'operazione della cateratta lenticolare, che io pubblicai pel primo nel 1865. Se il suo processo laterale non da tutti viene accettato rimane però fermo il principio, da lui prima di Veker introdotto, ossia di tagliare per un terzo la cornea non la metà, come si fa col processo ordinario, e così risparmiar tempo ed ottenere la guarigione non in 30, 40, 50 giorni, ma in 15-20 giorni soltanto, ed anche meno. In ogni ramo oculistico ha portata l'impronta del suo genio. Ha modificato il processo dell'operazione dello Stafiloma opaco della cornea, del Simbleferan, del tumore lagrimale, dell'Entropion ed Ectropion, dello Pterigio. Un suo lavoro originale è quello della cura delle macchie della cornea con un collirio di joduro di potassio, localmente applicato, lavoro corredato da molte osservazioni fatte sui conigli, e su i
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