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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
conte, deputato, Napoli (2-7-1887). Un telegramma da Napoli reca la dolorosa notizia della morte colà avvenuta del Conte di Conversano D. Giulio Acquaviva, deputato del 2. collegio di Cosenza. Fiero morbo lo ha colpito mentre più gli sorrideva la vita. Aveva 39 anni! Il povero padre, il vecchio Duca d'Atri, arrivava solo l'altra sera in Napoli per assistere alla catastrofe. (6-7-1887). Senza alcuna pompa, a causa del morbo che l'aveva ucciso (vajuolo arabo) fu deposta la salma del deputato Acquaviva, la cui morte è stata appresa in Abruzzo con vivo dolore, stante la sua giovinezza. Il Municipio di Giulianova, patria degli Acquaviva, si fece rappresentare dal comm. Casamarte e dal prof. Vizioli, oltre al sindaco di Napoli che aveva preso molto interesse nella catastrofe del giovine conte. Ieri l'altro gli furono resi i funebri onori, alla presenza di molte rappresentanze, tra cui quella di Rossano, della Camera, di Giulianova e di vari municipi del suo collegio elettorale. Torraca, Amarelli, de Bonis, Vizioli, Sansonetti tessereno l'elogio dell'estinto, ed il conte Gerolamo Acquaviva fratello dell'estinto ringraziò a nome della famiglia gl'intervenuti. La contessa - una Labonia - è in uno stato compassionevole. Fu in casa del suocero che morì il deputato, prima ancora che arrivasse in Napoli il vecchio padre. - Don Giulio Acquaviva s'iniziò nella vita pubblica qui in Abruzzo, ma affiliato al vecchio partito moderato, ebbe viva opposizione dai progressisti nella sua Giulianova. Trovato un collegio in Calabria, per la parentela con i Labonia, si disinteressò man mano, quasi completamente delle cose d'Abruzzo. Fu deputato per tre Legislature, succedendo ad uno dei Toscano di Rossano, liberali non dell'ultima ora e martiri politici molto stimati dai patrioti
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