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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
poetessa, Firenze (10-10-1888). [Inizio Voce]Il Regaldi divinò nella piccola fanciulla una celebrità. Questa è una pianta da coltivarsi - disse l'illustre poeta italiano - e bastò questo giudizio per spingere i teramani a slanciare nel mondo la loro concittadina. Bisognava farle il corredo; a ciò provvide la prima accademia di poesia estemporanea ch'ella diede in Teramo, in casa Camillotti nel 1850. Altre Accademie ella diede in Aquila e Sulmona, e n'ebbe applausi e doni. Avuto il saluto degli Abruzzi, la poetessa trasse a Napoli, poi a Palermo, e in queste due capitali Giannina Milli assaporò i primi trionfi della celebrità. Le città meridionali si contesero, dal 1852 al 1857, l'onore di averla nei loro teatri e plaudirla nelle sue improvvisazioni. Poi, a Roma la regina di Spagna Maria Cristina le prodigò i maggiori onori, gareggiando in ciò con l'alta aristocrazia ecclesiastica e laica di Roma; a Milano Alessandro Manzoni, a Firenze Gino Capponi erano suoi ammiratori ed amici intimi. In sulla fine del 1859 lasciò la Toscana: il cuore della nuova Italia batteva già nei suoi carmi, e quando Torino fu sede del primo Parlamento italiano poté anch'essa entusiasmarsi alle patriottiche improvvisazioni di questa figlia d'Abruzzo. Il suo ritorno in patria, il 17 settembre 1863, nessuno qui in Teramo avrà dimenticato. Fu uno degl'ingressi più trionfali che un popolo intero possa preparare. Artigiane e signore si contendevano il primato nel colmare di onori la illustre concittadina, ospite dell'on. Irelli. La Società operaia conserva ancora tra i suoi ricordi il sonetto che le dedicò in quei giorni la sua socia onoraria. Noi torneremo ancora una volta su questa dolorosa perdita che hanno fatto le lettere e l'Italia. Qui però vogliamo costatare che se vi fu donna virtuosissima, questa si chiamò Giannina Milli. Al suo nome s'intitola
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