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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
poetessa, Firenze (10-10-1888). [Inizio Voce]la nostra Scuola normale femminile. Esso è emblema di Virtù e Genio.[appr.] (13-10-1888) Il giudizio degli altri. La stampa italiana ha accolto con un plebiscito di dolore la notizia della morte della celebre teramana. Crediamo di non fare cosa discara ai nostri lettori riproducendo i giudizi dei principali organi della stampa su questa donna, tipo, in tanta grandezza, di onestà e modestia abruzzese. Ecco un bell'articolo della Riforma, intitolato "L'ultima improvvisatrice": "Con Giannina Milli, la cui morte ci fu ieri telegraficamente comunicata da Firenze, scompare una delle geniali espressioni dell'intelletto italico. L'improvvisazione, che è dei popoli primitivi, e dei tempi eroici, non ha posto nella civiltà e nella letteratura di un popolo in pieno possesso di sé, e tra le raffinatezze di un progresso che anche nella poesia ricerca la perfezione della forma. L'ultima delle grandi improvvisatrici italiane l'aveva compreso, ed aveva fatto tacere col compimento della patria unita quell'estro caldo e felice, che già aveva fatto risuonare le terre italiane dei più nobili e forti concetti, e balenare dinanzi alla mente delle popolazioni, le più fulgenti e care imagini del risorgimento nazionale. Se l'arte sua era però condannata a morire, non sarà dimenticato com'essa l'abbia altamente compresa, e come, oltre che d'estro vivace, ella fosse dotata di una serietà di mente e di una gentilezza di cuore, che raccomandano la sua figura al memore affetto di tutti gl'italiani. Nata sessant'anni fa in quella felice terra abruzzese che è poesia per sé stessa, ora è morta a Firenze, altera di poter dirsi non indegna cultrice della lingua di Dante; e lasciando nella storia e nell'arte del nostro paese un ricordo, che sarà sempre caro a tutte le anime buone". - Dario Peruzy,
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