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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Teramo (11-3-1891). Il nostro amico e collaboratore avv. Francesco Danesi ha avuto uno dei supremi dolori della vita, la perdita cioé di suo padre, al cui capezzale egli era corso il giorno innanzi. Facendogli le più vive e sincere condoglianze, pubblichiamo la seguente lettera che ci perviene da: Notaresco 10 marzo 1891. Una grave sventura ha colpito il nostro carissimo amico avv. Danesi. Suo padre Giustino, colpito da crudele morbo, cessava di vivere la sera dell'8 corr. mese. Avea settant'anni, ma, a vederlo sembrava che non ne avesse nemmeno sessanta. Era forte, robusto, e tutti credevano che avrebbe avuti molti altri anni di vita, ed invece è morto. Ma chi può resistere a certi morbi? A nulla è valsa la sua robustezza, a nulla son giovati tutt'i rimedi dell'arte medica; a nulla son valse le infinite, amorosissime cure della famiglia, e specialmente delle due povere figliuole, che avrebbero voluto ad ogni costo strappare alla morte il loro adorato genitore. Egli ha dovuto cedere alla forza del male! Eppure avrebbe voluto vivere un altro po', più di tutto, le ripeteva spesso, per la sua Annina ed Adelina. Ed ecco ora un'altra famiglia orbata di un ottimo padre, di un padre amoroso quant'altri mai, che lavorò incessantemente per rendere agiati i suoi, i quali oggi ne piangono giustamente ed inconsolabilmente la perdita. Noi ripetiamo loro anche qui le nostre condoglianze.
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