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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Giulianova (22-4-1891). MORTE DI UN ETIOPE IN GIULIANOVA - Più di mezzo secolo fa quando di Africa non si parlava, se non ben poco e nelle sole scuole peer apprenderne quel tanto prescritto pegli esami in geografia, al contrario d'oggi che del continente nero formiamo il nostro pasto quotidiano, veniva condotto proprio da Africa in Italia e precisamente in Giulianova un moretto a nome Iouart figlio di Omar nato nel Kordosan, regione interna, giacente sulle sorgenti del Nilo, fra l'Abissinia e la Negrizia, presso il Sultanato di Darfut. Lo aveva riscattato sul mercato di Cairo il valoroso gentiluomo Bartolomeo de' Bartolomei, che nel 1830 viaggiava e combatteva in Oriente. Dopo essere stato educato e circondato di ogni intelligente ed affettuosa cura in casa del suo liberatore, l'etiope Iouart venne battezzato con gran pompa dall'Arcivescovo Teatino monsignor Giosué Saggese, che gl'impose i nomi di Filomeno, Maria, Giovanni, Alfonso; ed il raro avvenimento venne ricordato con pregevole carme dal poeta gentile e chiaro archeologo Angelo A. Cosmo de' Bartolomei. Il nuovo cristiano fu fervido credente nel Dio dei cristiani, che per lui sapeva però molto di Allah finché il 10 aprile morì buono e dolce qual visse. L'ingegnere Gaetano De Bartolomei, unico superstite mascolino della nobile famiglia di tal nome, gli fu prodigo sempre di speciali favori e, certo, a rendergli men duro il sonno della morte, da vero artista qual'è, volle che i funeri ricordassero in qualche guisa le patrie contrade del povero estinto, facendone racchiudere la salma in una bara tappezzata di stoffa dei colori preferiti nella terra natia del defunto. Povero Iouart! A dieci anni fosti rapito alla tua terra di fuoco, che quà dicono barbara, per essere condotto nella terra del gelo, che qui
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